Prossimamente seguici On - Air su DIGIDAlive

Seguici sui Social


Icona RSS Icona-facebook Icona-twitter Follow Me on Pinterest Follow Me on Vimeo

24 dicembre 2014

Buoni pasto esclusi dal reddito: aumento a 7 euro


Il Ddl. di stabilità 2015, prevede l’incremento, dal 1° luglio 2015,
della quota non sottoposta a tassazione dei “buoni pasto” da 5,29 euro a 7 euro, nel solo caso in cui tali buoni siano in formato elettronico.

Attualmente è prevista l’esclusione, fino all’importo di 5,29 euro, dal reddito di lavoro dipendente delle prestazioni sostitutive di mensa sotto forma di “buoni pasto”; l’importo che eccede il limite dei 5,59 euro concorre a formare il reddito di lavoro dipendente.

Il“buono pasto” è il documento di legittimazione, anche in forma elettronica, che attribuisce al possessore il diritto ad ottenere dagli esercizi convenzionati la somministrazione di alimenti e bevande e la cessione di prodotti di gastronomia pronti per il consumo, con esclusione di qualsiasi prestazione in denaro (art. 3 del DPR 207/2010).

In linea generale, il buono pasto elettronico consiste in apposita carta elettronica, leggibile tramite terminali POS abilitati. Il datore di lavoro definisce a monte, con la società emittente, il valore del buono utilizzabile tramite la suddetta carta e il dipendente utilizza la carta negli esercizi convenzionati.

Le card con tali caratteristiche non rappresentano titoli di credito, ma consentono unicamente di individuare il dipendente che quel giorno ha diritto a ricevere la somministrazione del pasto. Sulla base di tali considerazioni l’Agenzia ha affermato che le carte elettroniche non sono assimilabili ai buoni pasto, ma piuttosto ad un sistema di mensa aziendale, definita “diffusa” in quanto il dipendente può rivolgersi ai diversi esercizi pubblici che avendo sottoscritto la convenzione sono abilitati a gestire la card elettronica; di conseguenza, le prestazioni rese attraverso esse non concorrono mai alla formazione del reddito di lavoro dipendente, a prescindere dal superamento o meno del limite di 5,29 euro.


Resta inteso, che “nell’ipotesi in cui le card elettroniche venissero dotate di funzioni diverse (come ad esempio quelle di titoli di credito e/o documenti contenenti importi di spesa predeterminati) alle prestazioni ad esse collegate dovrà essere attribuita una qualificazione diversa, non potendo più la somministrazione essere considerata come mensa aziendale”. Per tali tipologie di buoni pasto elettronici arriva ora l’aumento del massimale di spesa a 7 euro.

Maria Delle Cave 

Nessun commento:

Posta un commento