Il Ddl. di stabilità 2015, prevede l’incremento, dal 1° luglio 2015,
della
quota non sottoposta a tassazione dei “buoni pasto” da 5,29 euro a 7 euro, nel
solo caso in cui tali buoni siano in formato elettronico.
Attualmente è prevista l’esclusione, fino all’importo di 5,29 euro, dal
reddito di lavoro dipendente delle prestazioni sostitutive di mensa sotto forma
di “buoni pasto”; l’importo che eccede il limite dei 5,59 euro concorre a
formare il reddito di lavoro dipendente.
Il“buono pasto” è il documento di legittimazione, anche in forma
elettronica, che attribuisce al possessore il diritto ad ottenere dagli
esercizi convenzionati la somministrazione di alimenti e bevande e la cessione
di prodotti di gastronomia pronti per il consumo, con esclusione di qualsiasi
prestazione in denaro (art. 3 del DPR 207/2010).
In linea generale, il buono pasto elettronico consiste in apposita carta
elettronica, leggibile tramite terminali POS abilitati. Il datore di lavoro
definisce a monte, con la società emittente, il valore del buono utilizzabile
tramite la suddetta carta e il dipendente utilizza la carta negli esercizi
convenzionati.
Le card con tali caratteristiche non rappresentano titoli di credito, ma
consentono unicamente di individuare il dipendente che quel giorno ha diritto a
ricevere la somministrazione del pasto. Sulla base di tali considerazioni l’Agenzia
ha affermato che le carte elettroniche non sono assimilabili ai buoni pasto, ma
piuttosto ad un sistema di mensa aziendale, definita “diffusa” in quanto il
dipendente può rivolgersi ai diversi esercizi pubblici che avendo sottoscritto la
convenzione sono abilitati a gestire la card elettronica; di conseguenza, le
prestazioni rese attraverso esse non concorrono mai alla formazione del reddito
di lavoro dipendente, a prescindere dal superamento o meno del limite di 5,29 euro.
Resta inteso, che “nell’ipotesi in cui le card elettroniche venissero
dotate di funzioni diverse (come ad esempio quelle di titoli di credito e/o
documenti contenenti importi di spesa predeterminati) alle prestazioni ad esse
collegate dovrà essere attribuita una qualificazione diversa, non potendo più
la somministrazione essere considerata come mensa aziendale”. Per tali
tipologie di buoni pasto elettronici arriva ora l’aumento del massimale di
spesa a 7 euro.
Maria Delle Cave
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