La sentenza n. 25779 della Cassazione in materia di operazioni inesistenti
in ambito IVA,
conferma il principio dell’onere della prova e caratterizza la
capacità probatoria degli elementi indiziari utili a sorreggere la pretesa impositiva.
Bisogna ritenere superato il precedente orientamento secondo cui il Fisco,
a fronte di una regolare fattura, poteva limitarsi a contestare l’inesistenza
delle operazioni, ribaltando l’onere probatorio in capo al contribuente (vedi,
Cass. nn. 16896/2007, 11109/2003).
Il principio ora dettato dalla Suprema Corte, si basa sul principio per cui
la detrazione dell’IVA non può subire limitazioni, in quanto elemento
essenziale del meccanismo di funzionamento dell’imposta.
Pertanto l’Amministrazione finanziaria dovrà dimostrare:
-
in
caso di operazioni oggettivamente inesistenti che le operazioni non sono state
effettuate, avvalendosi anche di presunzioni semplici;
-
in
caso di operazioni soggettivamente inesistenti che il contribuente sapeva o
avrebbe dovuto sapere che quelle operazioni si inserivano in un’evasione
commessa dal fornitore.
Il Fisco dovrà fornire almeno gli elementi indiziari circa l’inesistenza
delle operazioni, a tal punto, sarà onere del contribuente dimostrare
l’esistenza delle operazioni.
Maria Delle Cave
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